Una volta le “vetiche” venivano raccolte lungo il fiume Liri. Queste erano più corpose di quelle che si trovano adesso in commercio che sono coltivate e risultano migliori grazie alla loro maggiore fibrosità.
In autunno/inverno la pianta del vimine veniva tagliata come fosse una potatura, così da rinforzare l’apparato radicale della pianta. Tale pratica faceva nascere molte piante giovani a primavera che potevano essere raccolte e quindi lavorate.
PREPARAZIONE
Una volta raccolto il vimine, quando ancora è “in sugo”, quindi quando non è passato molto tempo dalla loro raccolta e quindi ancora bagnati, questi vengono privati delle foglie, spellati, tramite un attrezzo chiamato brocca (nome tramandato da padre in figlio).
Prima dal lato più grosso, poi dall’altro.
A questo punto il vimine veniva fatto seccare completamente, nei mesi estivi anche mettendoli sotto il sole. Questo era un aspetto importante, in quanto una buona essiccazione evitava problematiche come ad esempio la muffa. Inoltre, più il vimine è secco più sarà in grado di assorbire acqua successivamente più tempo di lavorazione avrà a disposizione l’artigiano.
Infatti, per essere lavorato il vimine, deve essere immerso almeno un’ora in acqua in modo tale da riacquisire la sua naturale malleabilità.
Per mantenere il più a lungo possibile bagnati i vimini, così da poter essere lavorati, venivano tenuti in sacchi di iuta che non facendo entrare l’aria evitavano che i vimini si essiccassero di nuovo.
Una volta bagnato il vimine, comunque, l’artigiano aveva dalle due alle quattro ore di tempo prima che i vimini tornino ad essere secchi e di conseguenza impossibili da lavorare.
SPACCATURA
Niente veniva sprecato e anche i vimini più grandi, all’apparenza inadatti all’intreccio, venivano divisi tramite uno strumento chiamato spaccarella. Essa spaccava un grosso vimine in tre parti più piccole.
Ogni artigiano si costruiva e custodiva gelosamente la propria spaccarella in quanto ognuno se la costruiva adattandola alle proprie mani.
LA BASE
Il cestino tradizionale, prevedeva una base fatto anch’essa da un intreccio di vimini.
Una base tonda richiede un’oretta di lavoro, così l’alternativa per abbattere tempi e costi (soprattutto a causa dell’avvento dei prodotto cinesi a bassissimo costo) è stata quella di sostituire tale base di vimini con un pezzo di truciolato, anche se la base con vimini rimane la più solida.
La base incomincia incrociando a croce un fascio di vimini dentro un altro. Quindi i vimini di un fascio devono essere aperti nel mezzo per poter permettere tale incrocio.
A seguito di un primo intreccio di vimini, poi, tale croce va a formare la tipica forma tonda della base.
Una volta finito il nucleo della base, il resto del cerchio viene riempito man mano con vimini.
La forma della base determina anche la forma che avrà il cestino stesso (una base tonda o ovale producono cestini di forma diversa).
Ottenuta la base comincia la fase di lavorazione del cestino vero e proprio.
Per essere inserito nella base il vimine viene inciso per creare una punta, spacco a becco, in modo da facilitare l’inserimento.
Da qui inizia la lavorazione del cestino.
I vimini sono riuniti alle punte e già viene data forma primordiale a quello che il cestino sarà.
TESSITURA
Inizia quindi la tessitura, che determina anche l’altezza che il cestino avrà (nella foto 20cm circa).
La tessitura deve essere simmetrica e per questo vengono usati vimini di uguale spessore.
Raggiunta l’altezza voluta si esegue una tessitura finale con il duplice scopo di:
- spianare (livellare): l’artigiano riesce a recuperare piccoli difetti scaturiti dalla fase di tessitura;
- fortificare la tessitura stessa.
Una volta livellato c’è l’intreccio anche di questa tessitura finale, ovvero, l’intreccio di rifinitura che può essere fatto in modi diversi a seconda dell’artigiano e del cestino in costruzione:
- a treccia semplice;
- a doppia treccia (come quello in foto);
- più larga;
- più stretta;
- …
Quindi c’è la ripulitura.
MANICO
Uno dei vimini più grosso e ancora bagnato viene usato per il manico. La sua creazione richiede una prima fase di ricerca della giusta simmetria.
Anche questo vimine va inciso con lo spacco a becco per farlo entrare nel cestino senza sfaldarlo.
L’artigiano modella questo vimine per dargli la giusta forma. Una volta secco il vimine assumerà per sempre la forma datagli.
Viene controllato attentamente che non ci siano deformazioni o gobbe.
A questo punto si può decorare a piacere il manico avvolgendolo con uno o più fasci di vimini.